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Corriere del Ticino 24/02/2011, 19 

  Non si tratta di un Centro Politecnico!

 

 

 Castione, Policentro da ridimensionare

  
Il no della Coop non è indolore per il progetto del centro commerciale e per la riqualifica della frazione Il sindaco: la pianificazione non si ferma -

 

 Il fondatore dell'Amica: l'operazione ha perso ogni senso

■ Il no della Coop al trasferimento nel progettando policentro commerciale di Castione è un brutto colpo per i promotori della riqualifica dell'intero paese. Lo scriveramo già ieri e l'analisi delle conseguenze che la decisione del grande distributore avrà per Castione lo conferma. In ballo non c'è solo, infatti, un affare privato tra Coop e Bellarca che giocoforza dovrà ridimensionare l'ampiezza della sua iniziativa, ma l'intero volto della frazione. Il trasferimento della Coop era a lla base dei ragionamenti in atto tra Cantone e Comune che intendevano: da un lato rilanciare i destini dell'area industriale mai decollata e quelli della zona attorno alla stazione FFS, e dall'altro ridare carattere residenziale al comparto compreso tra via San Bernardino, via San Gottardo e le cave. Un disegno che ora si scontra con la volontà della Coop di lasciare dove sono (e magari ampliarli) il negozio d'alimentari e il do-it. L'intera visione pianificatoria concordata da Comune e Cantone dovrebbe probabilmente poter essere confermata (votazioni e ricorsi permettendo). Ma la sua concretizzazione, per quanto riguarda la parte più prossima all'abitato, rischia di slittare di anni. Tanti anni con il rischio che anche chi era tendenzialmente favorevole alla pianificazione cambi idea. In pochi a Castione sono disposti a permettere l'insediamento di nuovi grandi generatori di traffico vicino alle loro residenze in cambio di presunti benefici legati al trasferimento della Coop che, se il grande distributore non dovesse tornare sui suoi passi, è immaginabile solo a lungo termine.
Il no giunto l'altro giorno da Basilea per il Comune, il Cantone e quindi per Bellarca significa anche la necessità di rivedere i propri piani. La superficie commerciale ammissibile oltre la ferrovia verrà verosimilmente ridotta di circa il 20-25%. Finora si ragionava infatti su una capacità teorica di nuovi insediamenti di 40 mila metri quadrati. Questa, però, era stata determinata tenendo già conto del trasferimento della Coop i cui due attuali negozi occupano circa 7.500 metri quadrati. Questi ora andranno dedotti da quelli previsti per il policentro. Probabilmente sarà limitato a circa 30 mila metri. Renza De Dea e Gianni Delcò affermano che dal punto di vista della sostenibilità economica del progetto cambia poco o nulla. Resta però il fatto che Coop avrebbe dovuto essere il supermercato trainante per tutto il complesso dove p ensava di occupare circa 15 mila metri. La ricerca dell'alternativa è già in atto.
«La superficie commerciale prevista in zona industriale andrà sicuramente ridimensionata» conferma il sindaco Luigi De Carli che prima di sottoporre la questione all'esecutivo attende sempre una comunicazione ufficiale da parte di Coop che confermi quanto reso noto a Bellarca (si veda il CDT di ieri). «Obbligare Coop a trasferirsi non è possibile - rileva il sindaco -. Pertanto andrà individuata una soluzione alternativa. Per me però dobbiamo assolutamente proseguire con la nuova pianificazione alla quale stiamo lavorando da anni per il futuro di Arbedo-Castione». Un futuro che, passando dall'insediamento di nuovi grandi generatori di traffico, parte della cittadinanza critica da tempo capeggiata dall'Associazione per il miglioramente ambientale di Castione (Amica). «L'abbiamo sempre vista negativamente perché prevede nuovo tra ffico e ora viene a cadere anche l'unico elemento positivo che presentava - sottolinea il fondatore dell'associazione Arnaldo Gianini -. Senza il trasferimento della Coop, per me, l'intera operazione non ha più senso. Prima si riordini il paese di Castione, poi semmai si pensi alla zona oltre la ferrovia». La zona quindi dove sono previsti policentro e nuovo stadio ACB. DIEM-S.DB


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