Echi sulla conferenza del 5.4.2013 -Due articolo La Regione e CdT
Castione «No al supermercato del sesso a pagamento»
John Noseda, Benedetto Antonini e don Azzolino Chiappini concordi: «Sbagliato creare una zona riservata alle luci rosse»
CdT 8.4.2013
■ Creare una zona a luci rosse per concentravi la prostituzione è una scelta sbagliata. Lo hanno sottolineato venerdì sera ad Arbedo-Castione con chiarezza e convinzione tutti e tre i qualificati ospiti invitati dall'Amica ad esprimersi sulle varianti pianificatorie in votazione il prossimo weekend e in particolare quella riguardante la creazione della prima area espressamente riservata ai locali notturni del Ticino: il procuratore generale John Noseda, l'architetto urbanista Benedetto Antonini e il rettore della Facoltà di teologia di Lugano don Azzolino Chiappini. Tutti e tre hanno portato argomenti a sostegno delle tesi di chi si oppone.
«Non illudiamoci! Se pensiamo di poter controllare la prostituzione e il substrato criminale che sempre l'accompagna con la pianificazione è una battaglia persa», ha sottolineato John Noseda smentendo in sostanza le argomentazioni a sostegno della variante del Municipio che ha incontrato l'appoggio della maggioranza del Consiglio comunale di Arbedo-Castione. Di fronte ai circa 150 presenti nella sala del Centro civico ha a più riprese ribadito l'esistenza di un legame inscindibile tra la prostituzione su larga scala e la criminalità che sempre accompagna i settori in cui i guadagni sono consistenti.
A monte dell'arrivo delle ragazze c'è la tratta di esseri umani gestita da organizzazioni internazionali e una volta sul posto ci sono lo sfruttamento (reato in primo ascrivibile ai papponi, ma ipotizzabile anche nei confronti delle autorità che prelevano le imposte sui guadagni delle prostitute) e l'usura (da parte degli affittuari delle stanze a prezzi esorbitanti). Il tutto è stato verificato anche ultimamente tramite l'inchiesta Domino che ha messo duramente alla prova il settore colpendolo al portafoglio (i guadagni non dichiarati porteranno il fisco a recuperare alcuni milioni).
Il procuratore generale e il rettore della Facoltà di teologia non hanno nascosto la propria sorpresa quando Benedetto Antonini, per anni responsabile della pianificazione al Dipartimento del territorio, ha rilevato che nell'area di 15.000 metri quadrati attorno al Motel che si prevede di riservare ai locali notturni l'indice di costruzione permetterebbe di realizzare diverse strutture per un totale di quasi 600 camere per altrettante prostitute. «Il Municipio ha esagerato, è uno sproposito, un vero supermercato del sesso» ha sottolineato senza giri di parole. «Per sorvegliarlo dovremo insediarvi un distaccamento Teseu in pianta stabile» gli ha fatto eco John Noseda che a precisa domanda ha sottolineato che se finora il locale di Castione (ma anche quello di Lumino) non sono ancora stati coinvolti nell'inchiesta della magistratura è solo per la scarsezza dei mezzi a disposizione e non perché la situazione sia diversa che altrove. «State tranquilli che prima o poi arriveremo dappertutto», ha affermato tra gli applausi.
Applausi che hanno accompagnato anche gli interventi di Benedetto Antonini che bocciando la zona per i locali notturni ha riservato più di una critica alla pianificazione dell'intero comparto. A suo parere è fondata «su una certa illusione quanto alle ricadute per il Comune visto che il polo di sviluppo economico come quello previsto a Castione manca di attrattiva».
Un'altra volta inoltre in Ticino «la polpa viene lasciata ai privati, mentre all'ente pubblico resta l'osso.
È un progetto sbagliato e le alternative ci sono come dimostra il caso di Ginevra dove una fondazione pubblica è diventata proprietaria di quasi la metà dei terreni industriali.
È giusto che i privati guadagnino, ma è pure necessario che i benefici siano condivisi. Ciò che qui non è il caso. Le opere previste sono difficilmente finanziabili dal Comune, ma anche dai privati chiamati a pagare i contributi di miglioria». I numerosi interventi del pubblico hanno fatto emergere una diffusa preoccupazione per quanto rischia di capitare a Castione.
Una preoccupazione condivisa da Amnesty International come testimoniato dalla rappresentante dell'antenna ticinese dell'organizzazione a difesa dei diritti umani.
Diritti sui quali si fonda la dignità, che è stata al centro delle parole di don Azzolino Chiappini. «Una sana relazione sessuale non può fondarsi sulla compravendita del corpo e l'ente pubblico non può tollerare o addirittura favorire un male oggettivo, contrario alla dignità umana.
Un Comune non può sostenere la prostituzione come mezzo di guadagno, non può favorire la violenza e i criminali che ruotano attorno alla prostituzione.
Quanto si intende fare a Castione è un'altra dimostrazione della necessità anche politica di riscoprire il valore della responsabilità e dell'etica». DIEM
Troppo grande e non risolve nulla’
Sulla zona a luci rosse di Castione i dubbi del pg John Noseda e dell’architetto Benedetto Antonini
DELDA
La Regione Ticino 8.4.2013
A poco più di una settimana dalla votazione in programma il 14 aprile, la prevista zona a luci rosse di Castione è stata bocciata da due personalità che sul tema sanno il fatto loro. Il procuratore generale John Noseda e l’ex direttore della Divisione della pianificazione territoriale Benedetto Antonini hanno stroncato venerdì sera, durante la conferenza promossa dai Comitati referendari, la variante di Piano regolatore elaborata dal Municipio e avallata dal Legislativo. Il magistrato ritiene che concentrare le ‘artiste’ in un’unica area non servirà a debellare la prostituzione (è « una battaglia persa »); l’architetto è dell’avviso che destinare 15mila metri quadri all’esercizio del meretricio (dove sorge l’ex Motel, oggi Casa Yasmine) sia un’esagerazione.
Nessuno dei sette membri dell’Esecutivo, benché invitati, era in sala per replicare alle affermazioni dei relatori che sono per contro state accolte dagli applausi dei circa cento cittadini accorsi nella sala multiuso del Centro civico.
« È un’illusione sperare di poter controllare la prostituzione e il suo substrato attraverso la pianificazione del territorio. Cos’è, un ritorno alle case chiuse? Si tratta di una soluzione che mi lascia perplesso. Gli aspetti criminogeni non si combattono in questo modo. Se passasse il sì, mi sa tanto che dovrò dislocare in pianta stabile a Castione degli agenti della Teseu… », ha esclamato John Noseda. Citando Lenin, il procuratore generale ha affermato che “il diritto non regge la testardaggine dei fatti”. Ossia, le abitudini, i comportamenti e le idee delle persone non si cambiano con le leggi, regolamentando. Il magistrato, che negli scorsi mesi ha coordinato l’Operazione Domino che ha portato alla chiusura di numerosi postriboli, si è in seguito addentrato nel problema del meretricio in Ticino. Ne è uscita una radiografia inquietante, fatta di tratta di esseri umani (« sfruttamento di ragazze provenienti da Paesi poverissimi »), di « fiumi » di soldi e di « qualche milione » di franchi di imposte non pagate dai gestori dei bordelli, di loschi personaggi (a partire dai presunti servizi di sicurezza all’esterno dei locali) e di usura, con le camere messe a disposizione a prezzi esorbitanti. « La prostituzione rende. Pensate che nelle indagini ci siamo imbattuti in un palazzo di 40 camere che fruttava ai proprietari 800mila franchi all’anno », ha chiosato John Noseda.
L’architetto Benedetto Antonini si è invece chinato sulle scelte pianificatorie. Non risparmiando critiche al Municipio. Secondo i parametri presi in considerazione per la zona, ha spiegato, si potrebbero insediare fino a 600 artiste, contro le attuali 30 attive a Casa Yasmine: « Si vuole creare il supermercato del sesso. L’Esecutivo ha sicuramente esagerato con le dimensioni. Con l’indice di sfruttamento dell’1 e l’altezza massima delle costruzioni di 13 metri si stimola un lucro immobiliare. Il valore di quel terreno, abbandonato, andrà alle stelle. A mio avviso la zona dev’essere ampiamente ridotta ». L’ex alto funzionario del Dipartimento del territorio, pungolato dal moderatore Diego Moles (giornalista del CdT ), ha poi parlato apertamente di « abuso » riferendosi alla trasformazione, avvenuta decenni fa, del Motel Castione in postribolo. « Purtroppo in Ticino la legge è garantista con gli abusivisti. Ci vuole poco per fare un abuso, ma anni per sanarlo. Da questo punto di vista non invidio le autorità comunali », ha puntualizzato.
Le sofferenze di chi sceglie (o è costretto a farlo) di prostituirsi sono state al centro dell’intervento di don Azzolino Chiappini , rettore della facoltà di Teologia all’Università della Svizzera italiana di Lugano. Il religioso ha parlato della prostituzione come di un « grave attentato alla dignità umana ». L’ente pubblico, ha aggiunto, non può favorire il fenomeno. Sia per quanto riguarda i guadagni poco morali, a vari livelli, dell’attività; sia per ciò che concerne la violenza e i crimini che ruotano attorno a quell’ambiente. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Lavertezzo Roberto Bacciarini . Il Comune locarnese ha dovuto lottare anni per far chiudere il Motel Lago Maggiore di Riazzino: « Come autorità dobbiamo arginare e non certo promuovere il meretricio ».
Le parole dei conferenzieri hanno spronato molti cittadini a intervenire. Praticamente tutti hanno biasimato l’assenza dei municipali e richiamato l’Esecutivo al senso di responsabilità. « La verità dà fastidio. I fatti sono evidenti e perciò il Municipio si nasconde », ha rincarato la dose Fabrizio Falconi , ex presidente dell’Associazione per il miglioramento ambientale del quartiere, promotrice del doppio referendum sul riordino del comparto e la zona osé.
Un anziano ha dal canto suo fatto notare, con una battuta, che « Arbedo-Castione rischia di non essere ricordato per la battaglia del 1422, ma per essere il primo Comune in Ticino ad ospitare un centro per la prostituzione ».