Il "fuorigioco"
di gabriele Giulini


MASSIMO SCHIRA

Caffé 24.02.2013

S i chiama Olosport e dovrebbe essere l'azienda che, di fatto, regge le sorti economiche del Bellinzona calcio. Quella, per capire, che dovrebbe iniettare denaro fresco in caso di momenti difficili, come è capitato recentemente con stipendi in ritardo, contratti d'affitto da saldare e fatture inevase. Essendo lo sponsor principale del club granata, dovrebbe dunque avere basi solide e una dotazione economica -  come ha fatto notare, sollevando una serie d'interrogativ,i l'editore e giornalista di "Spendere meglio" Matteo Cheda sulla Regione - capace di far fronte a impegni come quelli della Challenge League. E invece, i dubbi restano. Anche se Giulini (vedi intervista sotto) offre la sua spiegazione.
Il Caffè, dopo aver setacciato tutti gli incarichi nelle diverse società nelle quali figura il nome di Giulini, personaggio noto in Ticino, è andato a verificarli punto per punto. Ha frugato tra le carte delle camere di commercio, ha effettuato diverse telefonate e, attraverso alcuni collaboratori, ha visitato le sedi delle società. Partiamo dal Ticino. Qui c'è la Olosport, iscritta al registro di commercio dal 2003, con Giulini amministratore unico e sede in Piazza Cioccaro a Lugano, dove c'è uno studio legale.

In Italia
Il problema sorge per le altre sedi indicate nel sito web della Olosport. A Milano, in Via Correggio 1, dove ci dovrebbe essere quella italiana, il nome di Giulini - come ha accertato un nostro collaboratore - compare sulle insegne di altre società. Ma quello della Olosport proprio non c'è. Al telefono una donna, dopo essersi presentata con il suo cognome, dice che sì "la Olosport è qui". In realtà la Olosport a Milano non risulta registrata alla Camera di commercio. L'unica ditta con questo nome, cioè Olosport Italia S.r.l., è a Lumezzane, Brescia. Ma dai documenti ufficiali in possesso del Caffè, di Gabriele Giulini non c'è alcuna traccia. Di più: a precisa domanda, alla Fiduciaria che gestisce la società bresciana, assicurano di "non avere alcun recapito a Milano". Sebbene la Olosport di Lumezzane abbia a statuto le medesime attività di quella ticinese del presidente del Bellinzona, non è stato possibile parlare con il titolare Mauro Bugatti. All'indirizzo bresciano, infatti, risponde un'impiegata che assicura: "Ritiro solo la posta per la ditta".

In Russia
La terza sede della Olosport, secondo le indicazioni del sito ufficiale, è a Mosca. La società (vicolo B. Tolmachevskij, 5) si trova in un'area privata: palazzi con sbarre di ferro, protetti da guardie che non lasciano passare chi non è in possesso di un'autorizzazione, anche perché l'edificio confina con l'Ente statale atomico russo. Ma al numero di telefono della Olosport indicato sul sito, un collaboratore del Caffè si sente rispondere da una donna: "Non conosciamo alcun mister Giulini" e non "abbiamo alcun contatto con la società italiana". Allo stesso indirizzo, però, c'è la Cifal, società che a Milano ha gli uffici dove c'è  "C.E.Giulini & C." e che dovrebbe essere legata alla Olosport. A precisa domanda, dalla società dicono che con mister Giulini non hanno più contatti. Proprio nella Cifal, che lavora in ambito energetico, e si occupa principalmente di progetti legati a nucleare, petrolio e gas, Giulini - nel sito web - risulta come responsabile regionale della multinazionale. Ma anche qui dall'azienda, alla richiesta di mettersi in contatto con il dirigente milanese, spiegano di non avere "con lui più alcun rapporto".
Se sino ad ora i dubbi invece di dissiparsi sono cresciuti, per quanto riguarda un'altra attività accoppiata con il nome del presidente granata, e cioè la distribuzione per una ditta di cosmetici, "L'Erbolario" di Lodi, la conferma arriva. Giulini è il "referente" a Mosca, come confermato al Caffè dalla responsabile vendite estere dell'azienda.

In Germania
Ma guardando bene, in realtà, più che nel "comparto sport", la fortuna aziendale della famiglia di Gabriele Giulini si costruisce innanzitutto nell'industria metallurgica e chimica. Nel settore del magnesio si è concentrata negli anni la presenza dei Giulini in Germania, dove il padre (scomparso tre anni fa) è stato membro del Consiglio di sorveglianza della Almamet, società che si concentra proprio sulla lavorazione del metallo per estrarne dei derivati e vanta un fatturato (nel 2009) di circa 60 milioni di euro con 200 dipendenti. Ma l'attuale presidente del Bellinzona, come confermato al Caffè dall'attuale Ceo, Alexander Rhamberg, "è stato solo collaboratore dell'azienda per le sue conoscenze di russo e della Russia".

In Svizzera
Il breve viaggio nella geografia degli affari di Gabriele Giulini non può che concludersi in Svizzera, dove, oltre alla presidenza del Bellinzona, l'industriale milanese avrebbe anche acquistato la "Zug94 Sports &Entertainment Ag", dove appaiono i nomi di Martin Andermatt e Hakan Yakin, ma non il suo. In Ticino, oltre alla Olosport, c'è la DaiTicino 2011 SA, di cui è amministratore unico, per la costruzione del futuro stadio previsto a Castione. Senza dimenticare il ruolo di Overseas sales manager per le acque minerali "San Bernardino" e la Kràtos Grisha Sa. Un ruolo che, però, "non so cosa sia, abbiamo avuto delle collaborazioni marginali in passato", spiega al Caffè l'avvocato Antonio Zendralli, titolare dell'azienda: "L'acqua minerale Olosport? Ricordo qualcosa che risale a qualche tempo fa, ma non l'abbiamo nel nostro stock"Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
@MassimoSchira
Hanno collaborato Giorgio Carrion, Olga Kharitonova e Stefano Vastano


24-02-2013 01:



CALCIO

Bellinzona, dove sono i soldi?
CdT 18.02.13

■ Il Bellinzona ieri ha sconfitto il Bienne, ma a tenere banco sono i problemi finanziari del club. Il presidente Gabriele Giulini (foto CdT) ha tranquillizzato la piazza, spiegando che la situazione tornerà presto alla normalità. Intanto, però, sono quasi tre mesi che i giocatori non vengono pagati. Diversi creditori hanno fatto partire precetti esecutivi. PELIZZARI alle pagine 19 e 23

■ LA GIORNATA
MARCELLO PELIZZARI
Bellinzona, urgono spiegazioni


■ Vola in campo, ma inciampa altrove. Il Bellinzona vive un dualismo pericoloso: se il due a zero al Bienne rilancia alla grande le ambizioni in ottica promozione, la «tensione finanziaria» di cui ha parlato Gabriele Giulini rischia di avere conseguenze gravi. Anche perché i problemi della società hanno radici profonde e si trascinano da tempo.
I giocatori, ad esempio, non vengono pagati da quasi tre mesi. Sono stati versati alcuni acconti, è vero, ma alla Swiss Football League (che segue da lontano la situazione) serve di più. La conferma dell'avvenuto versamento degli stipendi di dicembre, tanto per iniziare. Il presidente ha promesso che risolverà tutto «entro la settimana». Lo aveva detto anche l'altra settimana e quella prima ancora. Ha promesso anche che spiegherà tutto, dai motivi di questi ritardi alla mancanza improvvisa di liquidità. Diamogli fiducia. Intanto, però, venerdì l'ex presiden­te granata Manuele Morelli - proprietario del palazzo in cui ha sede il club - ha fatto partire un precetto esecutivo per cinque mensilità di affitto non pagate. E, stando a quanto riferito da Tio.ch, non sarebbe l'unico ad aver imboccato questa via. La piazza discute, anche se per ora l'ottimismo prevale sulla preoccupazione. Difficile parlare di cifre, ma una cosa è certa: la rosa attuale è molto costosa, lo stipendio medio a Bellinzona è piuttosto alto rispetto ad altre realtà. La squadra insomma costa e, forse, è stato fatto qualche errore di valutazione in merito. La «grandeur» degli ultimi anni, con allenatori bruciati senza troppi complimenti e svariati giocatori messi sotto contratto, fa ora a botte con i tanti creditori che pretendono di essere pagati. Qualcosa nel giocattolo si è rotto e sarà lo stesso Giulini a spiegarlo.
Più in generale, i problemi che attanagliano il Bellinzona sono quelli di una regione, il Ticino, in cui è molto complicato fare calcio a determinati livelli, perché alle ambizioni e alla «follia sportiva» dei presidenti si contrappongono cifre a volte ridicole (numero di spettatori, tanto per dirne una). Da una parte le promesse di Giulini, dall'altra il «grido» disperato e sinistro lanciato da Angelo Renzetti a TeleTicino qualche giorno fa («Sono solo»). Dove sta il vero termometro? Ai tifosi, in questo momento, basta scongiu­rare l'ipotesi peggiore. Quella cioè di assistere ad un altro funerale stile SAV Vacallo.



Bellinzona Tre punti e un'altra promessa
MARCELLO PELIZZARI

I granata sconfiggono il Bienne grazie ai gol di Pak e Rodriguez, ma la società ha problemi finanziari Il presidente Gabriele Giulini, ancora una volta, rassicura la piazza: «Tutto tornerà alla normalità»


BELLINZONA Il Bellinzona avrebbe tutto per essere felice: squadra all'altezza, allenatore preparato, entusiasmo da vendere. Il due a zero sul Bienne alla prima uscita del ritorno (il derby di Chiasso era stato rinviato) dimostra che i granata hanno intenzioni serie: gol di Pak e Rodriguez, rigore sciupato da Neumayr, azioni a raffica e tanto spettacolo, ad immagine di un Hakan Yakin in versione «splendido splendente», capace di offrire palloni al bacio ai compagni e di correre senza sosta per novanta minuti. Troppa grazia.
Il meccanismo gira a meraviglia in campo, fuori invece i problemi abbondano. I giocatori, tanto per cominciare, aspettano di essere pagati da quasi tre mesi. Sono arrivati degli acconti, è vero, tuttavia la situazione non è stata ancora risolta. Non solo: l'ex presidente Manuele Morelli, proprietario del palazzo in cui ha sede la società, venerdì ha fatto partire un precetto esecutivo per cinque mensilità di affitto arretrate. E, stando a quanto riferito da Tio.ch, non sarebbe l'unico ad aver imboccato questa via.
Intervenuto nel post partita, Gabriele Giulini ha tranquillizzato la piazza, ripetendo un mantra a lui molto caro: «Tutto si risolverà entro questa settimana». Allenatore e squadra si sono apertamente schierati dalla parte del presidente. Idem i tifosi, che hanno sostenuto i propri beniamini riservando anche una buona dose di applausi. «Torneremo presto alla normalità» ha garantito Giulini. «L'ho già detto e lo ribadisco. Nelle società di calcio alle volte capita di vivere momenti di tensione finanziaria. A noi è successo dopo quattro anni e mezzo, ma non c'è nessuna preoccupazione. Quando avremo sistemato ogni pendenza, farò una conferenza stampa per spiegare in maniera dettagliata cosa è successo in questi ultimi mesi». Secondo Martin Andermatt, «in campo conta il gioco e non quanto guadagni». L'allenatore ha aggiunto: «Un professionista ogni tanto può mettere da parte la questione finanziaria. Per il presidente credo sia stato bello ricevere il nostro affetto e la nostra determinazione. In momenti del genere viene fuori il vero carattere delle persone. La situazione è nota anche a noi, chiaramente nello spogliatoio ne abbiamo discusso. Tuttavia bisogna chiarire una cosa una volta per tutte: la squadra ha fiducia nel presidente e vuole giocare a calcio, niente scuse».
In effetti, il Bellinzona ieri ha messo in campo tantissima grinta, oltre ad un tasso tecnico importante.
«Per noi non era facile» ha fatto notare Andermatt. «Abbiamo accumulato tanta tensione durante la settimana perché contro il Chiasso non abbiamo giocato. Non vedevamo l'ora di poter mostrare il nostro valore, per questo contro il Bienne siamo entrati in campo decisi e concentrati. Abbiamo cercato subito di trovare il ritmo giusto e di segnare. Sono molto soddisfatto dei primi venti minuti, poi è venuto a mancare un po' di ordine e abbiamo sprecato qualcosa. Ma va bene così. Yakin? Conosco il suo valore, i suoi piedi non si discutono. Fisicamente ha retto alla grande, disputando novanta minuti. Non so da quanto non succedeva».

Bellinzona Ultimatum dalla Lega

Guggisberg: «Conferme entro lunedì o il caso passerà alla disciplinare»

CdT 19.02.13



■ «Tutto tornerà alla normalità». Gabriele Giulini ha fatto una promessa davanti a microfoni e taccuini: i problemi finanziari del Bellinzona presto saranno soltanto un brutto ricordo. Il presidente si è già attivato presso i creditori, «mettendoci la faccia» e assicurando che ogni pendenza verrà regolata. Squadra e allenatore hanno espresso la loro solidarietà al numero uno del club, garantendo impegno sul campo a prescindere.
E con la Swiss Football League, come la mettiamo? Il termine per consegnare la conferma del pagamento di tutti i salari di dicembre è già scaduto da diverso tempo, fra non molto scadrà quello per gli stipendi di gennaio. Dopo i problemi avuti dal San Gallo nel 2010 - quando evitò il fallimento unicamente grazie alla generosità di alcuni investitori, con le banche creditrici che rinunciarono a diversi milioni - la Lega ha inasprito i parametri e ora pretende maggiore chiarezza. Lo dimostra la prontezza con la quale ha reagito alle grane del Neuchâtel Xamax targato Bulat Chagaev.
«La conferma dei salari di dicembre non è ancora arrivata» ha spiegato il responsabile della comunicazione in seno alla Swiss Football League, Philippe Guggisberg . «Rimaniamo in attesa che arrivi il documento, intanto abbiamo intensificato i contatti con i responsabili del club. Da Bellinzona, in via per così dire ufficiosa, ci è stato assicurato che entro la fine di questa settimana verrà regolata ogni pendenza».
Nessun problema, dunque. «Speriamo» ha proseguito Guggisberg. «Questo è l'ultimo ritardo che possiamo concedere, in caso non arrivasse una conferma ci vedremmo costretti a discuterne in seno alla Swiss Football League. Al Bellinzona daremo tempo fino a lunedì. Se il club non soddisferà le nostre richieste, verrà denunciato presso la commissione disciplinare».
Regolamento alla mano, se non dovesse pagare in tempo il Bellinzona rischierebbe inizialmente «solo» una multa salata da parte della disciplinare. Tuttavia, lo stesso regolamento prevede anche la decurtazio­ne di punti e in caso estremo addirittura l'esclusione dal campionato. Scenari, questi, apocalittici cui la piazza non vuole pensare: come detto, la fiducia di tifosi, squadra e allenatore nei confronti di Gabriele Giulini è ancora tanta. Il presidente pagherà, ne sono sicuri. Lo ha sempre fatto e continuerà a farlo. M.P.