Un SI convinto all'aggregazione
Fra pochi giorni i nostri concittadini e quelli dei Comuni vicini decideranno le sorti del progetto aggregativo forse piú importante della storia recente. L'associazione che rappresentiamo ha ponderato a lungo gli aspetti positivi e negativi di questo passo e, da una posizione inizialmente critica, si è infine decisa per sostenerlo, pur con qualche comprensibile riserva dovuta all'incertezza di ciò che ci attende. Un cambiamento porta sempre con sé dubbi e paure: la convinzione, maturata col tempo, che le prospettive positive siano decisamente superiori ai rischi e l'inconsistenza delle argomentazioni dei contrari ci hanno convinto che l'aggregazione è la sola strada possibile.
L'esempio del nostro Comune, nato nel 1820 dalla fusione di Castione e Arbedo , è la migliore dimostrazione che i caratteri su cui si fonda l'identità di una comunità, per quanto piccola sia, non si cancellano neanche dopo quasi due secoli di convivenza politica. Ma ci suggerisce anche che l'aggregazione di due sole entità comunali porta inevitabilmente al prevalere della piú forte sulla piú debole. Riteniamo che la soluzione migliore non consista nel restare isolati ma nell'attuare il principio democatico dell'unione di tante piccole comunità in grado trovare al loro interno il giusto equilibrio di forze e, insieme, di confrontarsi alla pari con i grossi Comuni che si stanno profilando nel futuro prossimo del nostro Cantone.
Restare fermi alla situazione presente porterà in breve tempo le piccole entità comunali a indebolirsi sempre piú fino a diventare reliquie del passato mute e immobili: altri Cantoni hanno compreso questo rischio e si stanno preparando a reagire. Confidiamo che gli amministratori comunali abbiano sufficiente lungimiranza per saper cogliere l'opportunità che ci è offerta oggi con l'aggregazione del Bellinzonese e agiscano a loro volta nell'interesse dei cittadini. Ai Comuni che decideranno di non aderire a questo progetto resterà la sola alternativa di essere assimilati entro i prossimi anni da grossi centri con i quali non avranno margini di negoziato: i vantaggi su cui possono contare oggi non offrono alcuna garanzia di durare nel tempo.
Per i futuri quartieri di Bellinzona le cose non cambieranno dall'oggi al domani. Spetta quindi alle associazioni di cittadini darsi da fare affinché almeno cambino in bene, facendo sentire la propria voce e trovando nuove alleanze con altri quartieri che condividono gli stessi problemi e le stesse difficoltà. Avere oltre a ciò anche la stessa cittadinanza costituisce un elemento che giocherà a favore di tutti i cittadini.
Auspichiamo infine che il Parlamento discuta in tempi brevi e approvi la mozione del deputato Gianrico Corti volta a dare alle commissioni di quartiere maggiore autonomia e una migliore rappresentatività, affinché esse possano operare nell'interesse dei cittadini senza vincoli dettati dall'autorità comunale. In un Cantone che punta a sostituire i Comuni tradizionali con agglomerati di grandi dimensioni, le commissioni di quartiere potrebbero rappresentare un quarto livello istituzionale di cui presto si sentirà il bisogno, quindi occorre dare loro gli strumenti e lo spazio di manovra per operare al meglio. Riteniamo che sia questa la via da seguire per garantire l'applicazione dei principi democratici alla base del nostro Stato.
Per l'associazione AMICA:
il presidente la segretaria
Milko Del Bove Graziella Gianini