Il tema H2O portato in evidenza da due articoli qui riportati. Nel bellinzonese non tutti i Comuni hanno capito dell'importanza dell'acquedotto di falda di Gnosca negandosi l'allaciamento.

COMMENTO CRITICO SULLO STATO DI EFFICIENZA

Editoriale

Manca l’acqua, allora riflettiamo

Di Andrea Manna. La Regione 13.09.2016

Quando resti all’asciutto, capisci quanto l’acqua sia dannatamente preziosa, anche nella nostra civiltà 2.0 o 3.0. È la sconcertante constatazione di un’ovvietà. Giusto. Eppure è solo vivendo certe situazioni che prendi coscienza dell’immenso valore di beni naturali che né computer, né stampanti, né smartphone e social possono generare. E allora solidarizzi, più di prima, con quelle persone che in altre parti del mondo faticano ogni santo giorno a procurarsi un solo bicchiere del cosiddetto oro blu. Per intenderci, sono uno degli oltre 4’500 cittadini che da sabato pomeriggio sono senza la ‘loro’ acqua. Non è potabile. Motivo: inquinamento da vapori di benzina. L’emergenza idrica continuerà almeno fino a venerdì, fanno sapere le autorità. Rubinetti chiusi: vietato cucinare, lavare e lavarsi. Prospettiva assai poco edificante per gli abitanti di Cugnasco-Gerra, Lavertezzo Piano e Gerre di Sotto: adulti, bambini e anziani costretti oltretutto a dover ancora fare i conti con un caldo africano. Militi della Protezione civile, distribuzione di bottiglie, autocisterne... Scene di altre terre viste in televisione, sentite alla radio, guardate online o raccontate da chi come il sottoscritto fa di mestiere il cronista. Invece è la realtà odierna di questa zona del Ticino. Di un cantone altamente ‘motorizzato’ e in cui pullulano cantieri. Un cantone che nel contempo punta alla tutela dell’ambiente con l’adozione di leggi e il lancio di iniziative e campagne di sensibilizzazione, perché di inquinamento ci si può ammalare, anche in maniera seria. Intanto in alcune nostre regioni l’aria resta pesante e in altre succede che l’acqua (potabile) venga a mancare. E allora ti rendi conto della fragilità di questa società iper-tecnologizzata, dai comportamenti contraddittori, che dell’ambiente non di rado si preoccupa più a parole che con i fatti. Sulle responsabilità del recente incidente indagherà la magistratura penale (c’è chi intende sporgere denuncia). Ci auguriamo che lo faccia con la dovuta celerità per scongiurare la prescrizione. Non vorremmo davvero un secondo Pozzo Polenta. In attesa degli eventuali sviluppi sul piano giudiziario e, soprattutto, della riparazione del guasto, più di 4’500 persone non possono usare l’acqua erogata dalla rete comunale. Con i disagi che ne derivano. Perché, ammettiamolo, rinunciare ad alcune sbagliate abitudini nella civiltà 2.0 o 3.0 è difficile. Per fortuna si lava e ci si lava con l’acqua assicurata dalle autocisterne, ma ci si trova impacciati persino nel pulirsi i denti. Il ricorso forzato alle bottiglie, con le quali i residenti di Cugnasco-Gerra, Lavertezzo Piano e Gerre di Sotto cercano di soddisfare le necessità quotidiane, presenta comunque un aspetto positivo. Permette di riflettere sulla quantità di acqua che una parte di noi spreca giornalmente. Non aspetto allora la fine dell’emergenza idrica per sostenere due cose. La prima: anche se l’acqua non sgorga (per il momento, un domani chissà) da telefonini e siti online, questi ultimi si sono rivelati, sabato, strumenti indispensabili per informare tempestivamente la popolazione dell’avvenuta contaminazione e del conseguente divieto di consumare acqua. La seconda, alla quale tengo in modo particolare: non lascerò più un rubinetto aperto inutilmente, mi impegnerò quindi a evitare qualsiasi spreco. Forse ‘il ritorno alla normalità’ sta proprio in questo: nell’impiego consapevole delle risorse naturali. Quelle risorse – non virtuali, bensì reali – delle quali avverti l’importanza allorché ne sei improvvisamente privato. Ciascuno di noi può fare molto.

Acqua garantita Le falde freatiche sono il nostro vero tesoro sepolto
per altri 84 anni

EZIO ROCCHI BALBI


Il Caffè


Abbiamo un prezioso patrimonio sotto i piedi che ci garantirà una "rendita" vitale assicurata almeno fino al 2100. Sì, parliamo di "liquidi", non nel senso stretto finanziario ma in quello letterale visto che è un patrimonio d’acqua. O meglio, racchiuso nelle falde acquifere del Paese, che assicurano l’80% dell’acqua potabile che consumiamo. Un valore che non è stato "svalutato" neanche dall’eccezionale calura di questa estate in molti regioni del Paese.
In realtà si era creata un po’ d’apprensione circa l’affidabilità nel tempo del prezioso bene. Soprattutto quando l’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam) ha dichiarato che "non è possibile effettuare un bilancio a lungo termine riguardo alle fonti in Svizzera". Un falso allarme. Sebbene le rilevazioni di MeteoSvizzera abbiano evidenziato come quest’ultimo mese di agosto è entrato nella top ten dei mesi più caldi mai registrati da quando sono iniziate le misurazioni: nel lontano 1864. Non solo, infatti, le temperature di agosto 2016 sono risultate un grado sopra la norma degli ultimi 35 anni, ma le precipitazioni estive in Ticino, e mediamente nella Confederazione, non hanno nemmeno raggiunto un terzo dei valori normali, mentre il Vallese ne ha raccolto solo la metà.
E pare non sia finita, perché Marc Schürch, collaboratore dell’Ufam e responsabile delle misurazioni del livello delle sorgenti, ha pronosticato che "la siccità durerà almeno due mesi prima di iniziare ad avere un effetto sulle sorgenti carsiche". Più che un allarme una considerazione tecnica, visto che lo stesso Schürch ha subito aggiunto che rispetto alla scorsa stagione, "non abbiamo trovato alcun prosciugamento quest’anno". Insomma, nonostante le alte temperature estive, "nel 2016, il livello delle acque sotterranee è nella norma, e pure a livello alto in tutto il territorio". Con uno slogan, quindi, le fonti d’acqua elvetiche non soffrono il caldo. Anzi, le acque sotterranee stanno facendo bene il loro dovere e, secondo gli esperti, la fornitura dovrebbe essere garantita fino al 2100.
Un approvvigionamento da una sorgente carsica che non solo gode il vantaggio di essere custodita in bacini naturali molto grandi, da 10 a 100 km2 - e quindi richiede molto tempo prima che corra il rischio di prosciugarsi -, ma che si permette il lusso di essere "stagionata". Le acque sotterranee possono rimanere più o meno tempo in una falda acquifera. "Questo tempo può variare da pochi mesi, come nella valle del Rodano ha chiarito la Commissione svizzera di idrologia (CHy) -, a più di dieci anni nelle zone calcaree, come in una parte delle Alpi e nel Giura".
Insomma, in quanto a risorse idriche siamo in una botte di ferro, anzi d’acqua. Certo, i cambiamenti climatici modificheranno la disponibilità stagionale e un’eventuale carenza potrà verificarsi a livello locale o regionale, "ma la Svizzera, che - conclude Marc Schürch - è il ‘castello d’acqua d’Europa’, ne avrà sempre abbastanza". Non è un caso, infatti, che il monolito del Padiglione svizzero all’Expo 2016 abbia rappresentato il fulcro della mostra "Acqua per l’Europa", tra i temi centrali della presenza elvetica all’esposizione universale milanese. Non sarà diventato famoso come quello, inquietante e nero, del film di Stanley Kubrick "2001 Odissea nello spazio",  ma il blocco di venti tonnellate di granito dalla Riviera, meglio conosciuto come "il monolito del Gottardo", si è trasformato nel miglior biglietto da visita dei quattro cantoni coinvolti all’Expo: Grigioni, Uri, Ticino e Vallese. Quale miglior simbolo di ricchezza naturale poteva rappresentare la Svizzera, meglio dell’acqua che per sei mesi è stata fatta scorrere sul monolito, al di sopra delle teste di quasi due milioni di visitatori?

11.09.2016

 

 

A piè di pagina del commento c'è lo studio efficienza acquedotto.

ACQUEDOTTO E TERRITORIO DI CASTIONE

 Castione sarebbe insufficientemente servito di acqua potabile e per il servizio anti incendio,

Come volevasi dimostrare! ...

Recentemente, in base alla legge cantonale sulla trasparenza, abbiamo avuto modo di visionare il piano generale acquedotto del marzo 2015 commissionato dal municipio di Arbedo/Castione, probabilmente effettuato su impulso indiretto di rappresentanze dei cittadini che avevano intravisto gravi problemi strutturali nella rete idrica, problemi che duravano da tempo e che potete visionare nel relativo studio pubblicato sul sito dell’Associazione Amica.

Già nel precedente articolo “Il Comune di Arbedo/Castione in difficoltà?” del membro di comitato dell’Associazione Amica del marzo 2016 lo stesso aveva segnalato lo stato preoccupante in cui versava, e tuttora versa, l’azienda, soprattutto dal lato finanziario: sostanzialmente per troppi anni l’azienda idrica si era limitata “a fare il minimo”, senza progettazione a medio e lungo termine e senza mete ed obiettivi su quale tipo di opere avrebbero dovuto essere realizzate in una scaletta programmatica, prevedendo anche possibiliinterventi per emergenze! Mancava un preciso piano delle opere. Si è quindi andati avanti in un contesto di enormi trasformazioni del territorio senza anticipare i tempi, si è in ritardo!

Ma arriviamo al concreto.

Leggendo lo studio, fra l’altro ben chiaro anche per profani della materia, si capisce bene a che punto sianogli impianti idrici, e purtroppo in particolare per Castione, su aspetti principali e fondanti dell’acquedotto. Da osservare inoltre che sembrerebbe non esserci correlazione fra impianti d’acqua potabile e pianificazione del comparto Castione…..ma cosí non é.

Infatti prendendo spunto da questo studio ed anche, in parte, dalla decisione di approvazione del CdS del 23.12.2015 sulla modifica di variante di PR per Castione si notanodelle relazioni sullo stato di fatto della situazione.Queste relazioni sarebbero evidenti se la decisione del CdS venisse confermata dalle istanze giudiziarie cantonali.

Ma veniamo, a nostro modo di vedere, agli elenchi delle gravi incognite che la rete idrica di Castione ha in questo momento (ed aveva in passato). Sono incognite, date dalla condizione che definiremmo precaria della distribuzione dell’acqua e speriamo che non accada nulla di grave in futuro, altrimenti la cittadinanza di Castione sarebbe a rischio di una mancanza o di una con corretta e forse insalubreerogazione di acqua potabile.

Ecco quindi i dettagli.

( A ) Fonte Traversagna – fiume della Valle d’Arbedo - (punti dello studio 1.2.2 – 1.3.2 – 1.4 – 5.5.2 – 4.5.6 – 4.6.2 – 5.1 – 5.6 – 6.4.2)

Questa importante fonte di erogazione risale a diversi decenni or sono ed attualmente non ha piú una grande portata d’acqua per motivi sí legati ai cambiamenti climatici del territorio ma anche al fatto che non si è mai fatta alcuna manutenzione come già indicato nella progettazione della costruzione negli anni ’70. Questa è la più importante fonte di approvvigionamento idrico per Castione, ed in caso di forte siccità (congiunta alla minor portata) Castione sarebbe oggetto di forte rischio di una corretta erogazione d’acqua. Per di piú la zona di protezione attorno a questa fonte non è più conforme, mettendo in uno stato di potenziale rischio la potabilità dell’acqua per quasi tutto il paese!

( B ) Collegamento di emergenza con Bellinzona (punti dello studio 1.2.2 – 5.3.10 – 5.6 – 7.2.3)

Per sopperire, in situazioni di crisi ed emergenza, all’erogazione dell’importante fonte Traversagna è necessario un grande potenziamento del collegamento esistente con l’acquedotto di Bellinzona. Attualmente, in caso di crisi il collegamento in essere non sarebbe sufficiente per Castione. È quindi urgentemente necessario un potenziamento, ma esiste il problema che i bacini da collegarsi (Bellinzona con Arbedo) hanno altezze diverse, quindi occorre costruire una stazione di pompaggio! Ma a quali costi? Con che tipo di collaborazione con AMB visto che siamo “autonomi” e non aggregati con Bellinzona?

( C ) Rete di distribuzione (punti dello studio 1.2.2 – 3.4 – 5.6)

Per Castione sono urgenti la sostituzione di vecchie ed importanti condotte in vista del termine della costruzione della Stazione TILO e, aggiungiamo, visto il fervore edilizio e di modifica di strade.Lo studio ha acclarato che la condotta principale, che porta acqua a tutto il paese, era in uno stato precario diminuendo la portata, e in questa situazione se il Comune non fosse intervenuto urgentemente con un recente messaggio approvato dal CC (in seguito alla diminuita portata), in caso di crisi Castione sarebbe restato per un determinato e sicuro periodo senza acqua. Stato di cose aggravato dal fatto che il collegamento di emergenza con Bellinzona sarebbe stato insufficiente (vedasi punto B)!

In aggiunta esistono gravi problemi alle saracinesche nella zona industriale di Castione, dove esistono importanti consumatori d’acqua (es.: un centro logistico con panificio, un centro per lavorazione di inerti,…). Cosa succederebbe in caso di crisi?

( D ) Perdite di acqua (punti dello studio 1.2.2 – 1.3.3 – 4.1 – 5.6 – 6.3.2 – 7.6)

L’acquedotto del Comune ha perdite d’acqua attorno al 30% fra l’erogato ed il fatturato, percentuale molto superiore ad una media svizzera accettabile. La zona critica di queste perdite è Castione! Lo studio dice espressamente che è urgente una ricerca di queste perdite e ridurle nelle percentuali accettabili come a livello nazionale.Sorge una domanda ben legittima: ma come mai Castione è la zona più critica dell’intero territorio comunale? Queste enormi perdite sono dovute alla mancata e/o ritardata manutenzione e sostituzione delle vetuste condutture (più importanti)?

( E ) Acqua ferruginosa e stagnante (punto dello studio 5.4.2)

Su questo importante problema due su tre importanti situazioni riscontrate nel paese sono a Castione. Nello studio si dice che importanti “bracci morti”,costruiti a causa dell’edificazione decenni fa dell’autostrada, sono a Castione: quindi problema esistente a Castione da molto tempo. Domanda: ma come mai un problema di cosí facile eliminazione non lo si è individuato prima e tempestivamente eliminato?

( F ) Lotta contro il fuoco (punti dello studio 1.2.2 – 4.4.3)

Nello studio in particolare si dice che i pompieri sono preoccupati per eventuali interventi presso la zona industriale di Castione a causa della pressione troppo bassa, dell’intenso sviluppo del territorio, dalla distanza eccessiva nonché, aggiungiamo noi, dal cattivo accesso alla fonte di emergenza che è il fiume Ticino. Si dice inoltre che in questa zona gli idranti sono piccoli, e si fa notare che nella zona industriale esistono aziende a forte rischio di incendio.

A questo punto ci si conceda di fare una conclusione: come abbiamo appena citato nella zona industriale esistono problemi anche con le saracinesche, con una insufficiente portata d’acqua in caso di crisi, benché siano presenti forti consumatori d’acqua. Per di più, questa zona è stata censurata dal Governo per una pianificazione non rispettosa del piano direttore (non adempirebbe a schede specifiche di PD e concetti federali di pianificazione)…..Quindi: cosa sta succedendo?....Se le norme superiori pianificatorie venissero in futuro adottate e, con lo stato della condutture per l’approvvigionamento idrico nello stato precario in cui si trovano, non vi è il forte e grave rischio che lo sviluppo di questo importante “pezzo” di territorio si bloccherebbe per diversi anni?

( G ) Chiusura Pozzo Moesa (punti dello studio 4.5.3 – 7.2.3)

Questa captazione di falda per Castione è stata chiusa nel 2002 (periodo in cui è stato modificato il PR onde permettere l’edificazione di grandi generatori di traffico e di costruzioni edilizie, sottovalutando i problemi di traffico e viabilità, in zona vicina) con motivazioni varie fra le quali il fatto (a nostra memoria) che l’acqua non era già piú potabile. Ma nello studio si dice che tale decisione si basava però anche sul fatto che la Fonte Traversagna fosse sufficiente e che il collegamento con Bellinzona avrebbe sopperito alle emergenze. Però, come abbiamo già visto, queste due premesse non sono state rispettate…..di tempo ne è passato (una quindicina d’anni) ed intanto però Castione si è ingrandito con arrivo di nuovi cittadini… Possiamo quindi concludere che la chiusura di questo pozzo (che magari era problematico nel suo funzionamento per potabilità e vetustà) ed i problemi di cui ai punti ( A ) e ( B ) hanno creato un rischio potenziale e concreto ai cittadini di Castione di venir compromessa l’erogazione corretta dell’acqua potabile. Questo rischio è tuttora esistente!

Nello studio si legge che Lumino ha l’intenzione di costruire dei pozzi di falda per l’approvvigionamento che sono al max. a 1.000 metri dal pozzo Moesa, e captano in pratica la medesima acqua captata un tempo da Castione.Domanda: ma come mai Lumino fa in un modo e Arbedo/Castione fa e ha fatto in un altro?

Fin qui abbiamo elencato problemi specifici e gravi di Castione, di seguito elenchiamo temi importanti che toccano tutti e che sono stati rilevati dallo studio.

( H ) Privati (punto dello studio 1.3.2)

Nel contesto dello studio si dice che i privati, soprattutto per Arbedo alta, dovranno rinnovare obbligatoriamente i propri allacciamenti privati per non compromettere la salubrità dell’intero acquedotto: a quali costi? Tutto a carico dei privati…

( I ) Acquedotto intercomunale (punti dello studio 1.3.2 – 1.3.3. scheda S – 6.2 – 7.7.6 – 7.8)

Nello studio si dice chiaramente che saranno necessarie collaborazioni intercomunali nella regione con acqua di falda (con pozzi di Gorduno/Gnosca attivi da quest’anno e con i futuri pozzi di Lumino) in modo da migliorare la portata ed il funzionamento dell’acquedotto. In questo modo, aggiungiamo noi, si migliorerebbe la risoluzione della fonte Traversagna ed il collegamento di emergenza di Bellinzona.In questo senso Castione avrebbe una situazione idrica senza i rischi che vi abbiamo appena elencato. È indispensabile per la rete di Castione agire in questo senso e, come indicato nello studio, prevedere un bacino idrico sulla montagna di Castione da collegarsi con Gnosca/Gorduno/Claro e Lumino….in tale modo l’approvvigionamento idrico a Castione raggiungerebbe un buon livello di sicurezza.

Si legge anche che la collaborazione intercomunale permetterebbe di ottenere importanti sussidi cantonali. Bisogna agire urgentemente in questo senso !! Occorre chiedere preventivamente i sussidi ed iniziare immediatamente una collaborazione intercomunale.

Resta aperto un interrogativo: come mai il Comune di Arbedo/Castione aveva dichiarato di non essere interessato al PCAI/Bell (quindi con possibilità di agire come detto sopra) e di essere autonomo?

A cosa è dovuta questa decisione che alla prova dei fatti si rileva sbagliata per la rete idrica per tutta la situazione in generale ed in particolare per Castione?

Non è ora di cambiare completamente direzione?

Come mai, in dettaglio, nello studio si dice che il Comune di Arbedo/Castione non contemplava la collaborazione con i pozzi di Gnosca/Gorduno che, alla prova dei fatti, come detto, sarebbero quelli che “risolvono tutta la situazione”?

( L ) Aspetti finanziari (punti dello studio 1.3.4 – scheda S – 4.2.3 – 2.7.4)

È evidente dallo studio che l’ammodernamento e l’aggiornamento dell’acquedotto comporta una spesa di 20 Mio in vent’anni, fra cui opere urgenti per 3.0 mio, (la maggior parte a Castione!).

È evidente un aumento delle tariffe di 50/70 cts/m3, che è il 40/45 % d’aumento rispetto alle tariffe attuali. Questo aumento, ad esempio, porterebbe ad un costo supplementare annuo di 236 CHF per una famiglia di 4 persone.

Lo studio dice anche di aumentare le tasse base di allacciamento per grandi contatori, cioè aziende grandi consumatrici d’acqua che, in pratica, si situano nella zona industriale di Castione. Ciò farebbe da equilibrio per i costi sostenuti dalle famiglie, ma a queste aziende si deve in contropartita dare qualcosa, ovvero non la situazione citata in precedenza.

Inoltre, per migliorare la situazione finanziaria bisognerebbe vendere più acqua ma questo andrebbe in contrasto con le disposizioni per un uso parsimonioso delle risorse idriche (vedi legge cantonale sull’approvvigionamento idrico). Cosa fare?

Si aggiungano inoltre un minimo di 400.000 fr.per la sostituzione delle vecchie tubature. Che fare?

CONCLUSIONI

  1. È necessario coinvolgere immediatamente la commissione acqua potabile e gestione per gli aspetti finanziari, al fine che le stesse sorveglino il Municipio nelle attuazioni urgenti di risoluzione delle gravi lacune riscontrate soprattutto per il comparto di Castione.
  2. È necessario intavolare immediatamente una più attiva collaborazione intercomunale per implementare quanto indicato nello studio in modo da avere una situazione ottimale ed accettabile per l’erogazione dell’acqua potabile.
  3. Il Cantone deve inoltre vigilare suuna corretta applicazione della legge cantonale sull’approvvigionamento idrico (rete intercomunale).

Non ci si dimentichi che in altre parti del mondo si fa la guerra per l’acqua. Non dobbiamo permetterci che una simile ricchezza non venga gestita oculatamente.

Attenzione inoltre che l’acqua è considerata derrata alimentare e quindi soggiace alla relativa legge federale, e se non si dovesse far nulla urgentemente, dopo aver preso conoscenza degli esistenti problemi, nella forma di posizione di garante e di negligenza si potrebbe commettere un’infrazione a tale legge oltre ad eventuali aspetti amministrativi di ripristino della situazione legale.

Abbiamo anche l’impressione che, con lo stato attuale come riportato dallo studio, l’acquedotto non rispetterebbe neppure i parametri minimi dell’ordinanza fedele sulla garanzia dell’approvvigionamento con acqua potabile di emergenza che inoltre sancisce un obbligo di collaborazione tra aziende della medesima zona per programmare adeguatamente piani per situazioni di crisi.

Non parliamo di responsabilità (vedi art. 33 del regolamento comunale dell’azienda acqua potabile), con una situazione del genere, il comune potrebbe, in caso di incidenti alla rete idrica, rispondere con risarcimenti elevati.

Per concludere la legge cantonale sull’approvvigionamento idrico menziona la possibilità di ottenere, come detto sopra, dei sussidi in caso di rete e collaborazioni intercomunali. Se però le autorità cantonali dovessero accertarsi che il Comune non stesse facendo “nulla” di concreto e, in questo caso, anche in fretta, lo stesso potrebbe intervenire con provvedimenti coercitivi (art. 19 legge cantonale sull’approvvigionamento idrico) a spese del Comune senza possibilità di sussidi, quindi….

In sostanza la situazione critica finanziaria dell’azienda acqua potabile descritta nell’articolo “Il Comune di Arbedo/Castione in difficoltà?” la si ritrova rispecchiata nelle gravi mancanze gestionali e operative riscontrate nello studio.

 Agosto 2016

 STUDIO EFFICIENZA ACQUEDOTTO 1

 STUDIO EFFICIENZA ACQUEDOTTO 2

STUDIO EFFICIENZA ACQUEDOTTO 3

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