L’OPINIONE ■ CARLA SPEZIALI*
Come donna e come madre, stavolta dico no

CdT 13.12.2012

Credo che in tutti questi anni sia sempre riuscita a difendere davanti all’opinione pubblica una soluzione approvata dal Municipio anche se la stessa non collimasse con le mie aspettative. Molte decisioni pre­se da un Esecutivo sono spesso il frutto di un compromesso. È la politica che lo impone e la collegialità vuole che tale compromesso diventi poi farina del sacco di ogni municipale. Come donna e come madre questa volta non posso non «uscire allo scoperto» per discostarmi in modo chiaro dalla proposta di modifica della pianificazione che tocca alcuni terreni della città di Locarno sul Piano, approvata nelle scorse settimane dal mio Municipio. Tale modifica permetterà, se accolta dal Consiglio comunale, di portare attività legate alla prostituzione proprio sul nostro territorio. Il problema dell’insediamento o della trasformazione di esercizi pubblici in luoghi dove si esercita la prostituzione è conosciuto da alcuni nostri Comuni ticinesi. C’è chi vorrebbe, in questi Comuni, creare delle zone pianificatorie «ad hoc» dove confinare tali attività. Ne è un esempio quanto sta avvenendo ad Arbedo-Castione, villaggio nel quale però è stato lanciato un referendum contro questa possibilità. La Magistratura ticinese negli scorsi mesi ha stretto un giro di vite sui cosiddetti «postriboli », arrivando a chiuderne una trentina in un’azione di polizia chiamata «Domino». Se lo ha fatto è perché vi è stata la prova che attorno a quella che viene considerata un’attività legale (la prostituzione) nasce e fiorisce un sottobosco criminoso, dal quale emergono reati particolarmente odiosi. Penso in particolare allo sfruttamento delle donne, ma pure alla tratta di esseri umani, in quanto il reclutamento di queste ragazze avviene – in Paesi dell’Est Europa, dell’Africa o dell’America latina – attraverso forme di violenza.
Mi ha personalmente colpito e confortato l’impegno che in questi mesi sta profondendo su tali aspetti la consigliera federale socialista Simonetta Sommaruga, che si è presa molto a cuore questa problematica, soprattutto indicando attività di collaborazione con le polizie degli Stati coinvolti per combattere, appunto, la tratta di esseri umani. Per questo sono rimasta doppiamente delusa dalla discussione fatta in Municipio e dalla decisione, presa a maggioranza, di modificare alcune norme pia­nificatorie, che apriranno la possibilità e la porta a chi vorrà portare attività legate alla prostituzione a Locarno. E lo dico a ragion veduta, visto che in passato ho dovuto combattere la volontà di alcuni «promotori» già intenzionati a creare questi postriboli, ma frenati nelle loro intenzioni dalle norme di pianificazione, che oggi invece si vorrebbero cambiare.
Non credo sia un giusto passo per la Città di Locarno. Lo dico senza dover qui ricordare gli obiettivi strategici su cui invece Locarno è chiamata ad impegnarsi. Lo dico in qualità di donna che vorrebbe salvaguardare la dignità umana di ogni donna e persona. Ora la parola spetta al Consiglio comunale.
* Sindaco di Locarno