Libertà di professione
Se è vero che l'attività' della prostituzione possa essere legale altrettanto vera che questa degradante professione e dominata da organizzazioni che sono ben più che semplici agenzie di collocamento. Ora, in Ticino, si vuole disciplinare quest’attività. Si vuol far crede forse che una miriade di articoli di legge possano, così d'incanto, dare a questa - ormai è provato - inquinata professione una parvenza di purezza paragonabile al falegname, all'idraulico, al meccanico, all'operatore ecologico, al medico all’avvocato all’ingegnere e via di seguito.
Non si deve dimenticare anche l’aspetto morale. Morale e l’innato pudore che deve pur sempre guidarci. Altrimenti che ci stanno a fare le credenze, le leggi che disciplinano il nostro vivere civile che si basa, pure sempre, su questo innato pudore. Allora, siamo così buoni da permettere alle “organizzazioni” di istallarsi e poi, come ben si sa, fatta la legge trovato, l’inganno.
Si vuole scansare la questione rifugiandosi in cantina per non vedere e non voler ammettere che una morale, un pudore c’è pur sempre, dando quindi il primato all’aspetto materiale. Sappiamo che il mondo è dominato da forze che spesso si fondano su puri interessi personali o di clan trascurando la società civile.
Certe forze politiche fondano, a parole durante la campagna elettorale, la loro ideologia sul rispetto dell'altro, dell’ambiente dell’equità sociale, ecc. questo per il solo odore di potere, dimenticandosi poi delle promesse fatte.
Regolamentare significa mettere un ordine determinate cose o azioni, cioè accertarne l’esistenza ma anche porre seri parametri e freni, che non vuole sicuramente introdurre per la prostituzione e ai suoi adepti.
La prostituzione è pur sempre una prevaricazione di una persona sull'altra; sfruttando il suo corpo. Vendere il proprio corpo è un'offesa alla dignità all'essere umano, abbandonandolo in mano a organizzazioni che sfruttano delle persone con ogni mezzo, negligere o girare la testa dall’altra parte e pura cecità per non dire altro.
Invece limitandola, la prostituzione, si frena questa deriva, considerando che una libera scelta individuale è negata da nessuno.
Che cosa possiamo insegnare ai nostri figli, che il pudore l’hanno ricevuto da madre natura, sul tema della moralità, del rispetto delle persone se si accetta questo unicamente sulla “libertà di professione”; è un’evidente aberrazione.
Inquietante è il messaggio che si da ai giovani o a chi ha bisogno di denaro: “Tanto posso fare una professione legale”.
Se è vero che la competenza ultima è del Consiglio Federale è pure altrettanto vero che anche il ristorno delle imposte del frontaliero è competenza del CF! (sic)
Un ordinamento che non argina e limita quest’andazzo è, in definitiva, in complicità con quegli uomini e, purtroppo anche donne, che sventolano questo paradigma di libertà professionale a rigor di legge, senza porsi domande sulle conseguenze socio-morali che ne deriveranno.
Sciacquarsi la bocca con la stereotipata frase “ il più vecchio mestiere del mondo” è voler scappare dalla vera realtà. Perché non è il lavoro più vecchio del mondo ma la schiavitù più vecchia. Chi avrebbe voglia di approfondire l’argomento scoprirà che le “prostitute” segregate nelle “lupanare” erano schiave dei vizi dei “signori”!
ag